L’aria invernale si sente eccome, la si percepisce dagli alberi spogli, dal cielo un po’ cupo e capriccioso, dalle temperature così basse, però non sarà di certo questo a fermarmi. Dopo le vacanze Natalizie, munito di giubbotto, sciarpa e cappello, ho deciso di riprendere il mio cammino che sicuramente mi porterà a raccontarvi cose nuove sul mio paese. Mi chiudo il portone di casa alle spalle e ringrazio che il vento, a mio avviso un altro elemento caratterizzante di Mugnano, si sia un po’ calmato!
Non mi ci vuole molto prima di arrivare in Via Montevergine e decido di fermarmi per un po’ dinanzi a quella che è stata la mia scuola primaria.
Tanti ricordi mi inondano la mente ma, sarà l’atmosfera un tantino fredda che mi circonda, mi vien da pensare soprattutto a quando proprio in questo periodo eravamo intenti a preparare poesie e canzoni per la Giornata della Memoria. Ogni anno infatti, ancora oggi, la scuola organizza questa manifestazione per commemorare i tanti che persero la vita durante la guerra. Non so per certo come venga preparata oggi, ma quando mi trovano io dietro quei piccoli banchi, si iniziavano i preparativi qualche settimana prima, durante la quale ad alcuni era affidato il compito di realizzare qualche cartellone, altri preparavano delle canzoni adatte al momento, e ad altri ancora veniva chiesto di scrivere una poesia o un piccolo testo; insomma, tutto doveva essere perfetto prima della manifestazione in pizza. Mentre sono diretto proprio lì, mi va di raccontarvi di qualche retroscena di quei giorni; ricordo di aver sempre avvertito una forte emozione anche solo nel dover scrivere di mio pugno qualche verso da recitare ai piedi del Monumento ai Caduti in guerra e che, ogni anno, quando giungeva il mio turno per leggere ciò che avevo scritto in loro memoria, mi tremava la voce e finivo per aggiungere qualche frase che nemmeno era riportata sul foglio che stringevo nelle mani mezze sudate. Mi chiedevo come mai mi prendesse quell’inutile agitazione, ma col tempo ho capito che tutto era dovuto alla mia sensibilità su quel particolare giorno ed sul suo significato.
Ricordo i miei occhi da bambino che, ammetto, anche un po’ impressionati, scorrevano su e giù leggendo tutti quei nomi incisi nel marmo. Anche ora, a distanza di anni, devo dire che non riesco a non fare lo stesso. Mi vien da penare a dei volti dietro a questi nomi messi in elenco, e di conseguenza immagino così tante storie su ognuno di loro che pensare al fatto che abbiano perso la vita in guerra mi incupisce un po’. Il monumento, che si trova in Piazza Umberto I, fu fortemente voluto da Don Carminuccio De Stefano, così che si potesse ricordare il coraggio di coloro che si erano battuti per la patria, il numero di morti e le loro famiglie distrutte, proprio come le città alla fine della guerra. Mi rendo conto sempre di più quanto l’arte, in ogni sua forma, sia capace di fare questi piccoli grandi miracoli; semplicemente guardo il monumento ma il mio pensiero vola indietro al bambino che ero, alle mie emozioni, è allo stesso tempo anche a quelle storie che non mi appartengono ma che restano ugualmente incise nella memoria, com’è giusto che sia, affinché tutto quel buio non ritorni.
Difronte al monumento ai caduti in guerra c’è un altro edificio la cui storia ritengo sia degna di alcune righe e se vi va, sarò lieto di raccontarvela…
Autore: @forumgiovanimugnanodelcard
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