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Visione aerea del conventro e della chiesa di San Pietro e Paolo

Foto di: @forumgiovanimugnanodelcard

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Affreschi interni

Foto di: @forumgiovanimugnanodelcard

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Convento al fianco dei sentieri montani

Foto di: @prolocomugnanodelcardinale

San Pietro a Cesarano

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LE ORIGINI DELLA VILLA CESARANA
Nel luogo ove oggi si erge il maestoso edificio di San Pietro a Cesarano sorgeva, un tempo, una Villa Cesarana risalente all’epoca romana.
Su questa Villa Cesarana, infatti, fin dai primi lavori di costruzione di questa dimora isolata, iniziati intorno al 1652 e fatti intraprendere da Padre D. Michele Trabucco, fondatore della Congregazione dei padri Pii Operai, furono trovati numerosi indizi, quali vasi di creta, di smisurata grandezza, e sepolcri con cadaveri e urne di viri tipi, così come pure nel 1690, nel corso dei lavori di spianamento di parte del giardino adiacente la dimora, furono rinvenute tre lastre di pietra, perfettamente lavorate, che a sua volta andarono perse o distrutte dagli stessi operai; amministrativa stabile nel borgo spinse il cardinale Giovanni d’Aragona ad e

 

 
Nel 1692 fu rinvenuta anche una statua di marmo raffigurante un vitello, classica effige di un idolo pagano, che fu prontamente sotterrato in un luogo ritenuto angusto. Inoltre, nel corso degli stessi lavori, vennero alla luce importanti materiale tra cui i canali di piombo che dovevano far parte di un eventuale impianto termale esistente nella villa gentilizia romana, pezzi di marmo con figure a bassorilievo, conche in marmo grandi e piccole, circolari e bislunghe.
Altri lavori di scavo nel giardino avevano riportato alla luce solide fondamenta di un gran fabbricato, che doveva costituire il bagno della villa romana, con evidenti divisioni a settori: bagno caldo, stanza d’attesa e zona per il bagno freddo, oltre ai resti tondeggianti della torre che fungeva da caldaia e alcuni frammenti a mosaico romano. Tutto ci porta a pensare che più che una villa con destinazione agricola, la stessa fosse destinata ad una villa urbana di prestigio e di proprietà di qualche personaggio dell’Abella romana.
Di questa storia, alcuni studiosi parlano di un certo Calidio Epafrodito, questore del grande Augusto, il quale avrebbe fondato questa villa sontuosa, destinata ad accogliere ospiti illustri, e forse qualche volta anche Ottaviano, che come si sa morì in Nola il 14 a.C.;
Quindi, la Villa, col trascorrere dei secoli, seguì le sorti dell’impero che l’aveva fatta costruire e quindi anche l’inevitabile declino, ma la stessa non sparì del tutto, come giustamente rimasero le robuste fondamenta e sui resti delle antiche mura furono costruite alcune pareti che reggevano le volte dell’edificio religioso la cosiddetta Chiesa dei SS. Pietro e Paolo;

– LE ORIGINI DELLA CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO
Sullo stesso sito, nel corso del VI secolo d. C., venne costruita un Chiesa intitolata ai Santi Pietro e Paolo; la stessa risale almeno al 545, d. C., poiché sulla parete dietro l’altare, oltre agli affreschi dei SS. Pietro Paolo era impressa una data “12 giugno 545”, cosa riportata dal Padre Somasco Gianstefano Remondini nella sua opera “Della Nolana Ecclesiastica Storia” (1757); Quindi non si sa bene se la data 12.06.545 stesse ad indicare la data di fondazione della Cappella o della sua Consacrazione. Alcuni studiosi propendono per la prima ipotesi ipotizzando che la sua consacrazione fosse avvenuta nel 1182, negli stessi giorni della
3 – consacrazione del Santuario di Montevergine.
Si pensa che sia una Chiesa di una certa importanza in quanto vi erano custodite le sacre reliquie di Santi e sono presenti tuttora i segni di Croce in mezzo ai pilastri.
Inoltre, lo scrittore Antonio Iamalio, nelle opere della “vita del P. D. Trabucco”, scrive che la suddetta Chiesa, agli inizi del XVII secolo, fungeva da “grancia della parrocchia mugnanese ed era custodita da un eremita, e molto frequentata nel venerdì di marzo e di Quaresima da un gran numero di devoti, che si recavano a baciare le pareti, come si usava nelle Chiese che si conservavano le reliquie dei SS. Martiri ed a maggio e settembre veniva frequentata dai pellegrini di Montevergine”.
Essa, quindi, svolgeva anche una piccola produzione agricola a beneficio della parrocchia di Mugnano del Cardinale e costituiva anche un importante punto di ristoro, non solo spirituale, per i numerosi pellegrini che si recavano al santuario di Montevergine.
Da tutto ciò, dai tanti secoli dalla sua fondazione e dopo essere passata attraverso numerose ricostruzioni, aver sopportato diversi terremoti ed aver vissute chissà quali vicende durante il periodo medioevale, era ridotta in rovina. Tutto questo riportato ed è testimoniato dalle tante visite pastorali del Vescovo di Nola (anno 1561 – 1615).

– LA COSTRUZIONE DELL’EREMO DI S. PIETRO A CESARANO
Il padre D. Miche Trabucco, (nato a Napoli il 08.10.1603), dopo aver conseguito gli studi di filosofia e teologia nel gran Collegio della Compagnia di Gesù a Napoli, nel 1622 entrò nella Congregazione dei Padri Pij Operaj della casa di S. Maria delli Monti fondata da Padre D. Carlo Carafa, suo parente.
Armato dalla sua forte vocazione di Missionario, dopo alcune avversità ricevute a Napoli, si presentò dal Vescovo di Nola, allora Mons. Lancellotti, chiedendogli di Missionare nella diocesi di Nola.
4 – Il 12 gennaio 1637 fu destinato a Mugnano del Cardinale, il quale con molta simpatia fu accolto dal popolo di Mugnano del C. e che quattro anni dopo, fondò quel cenobio che nei secoli successivi ebbe tanta importanza.
Quindi, con l’istrumento di donazione Padre D. Michele Trabucco ricevette la cosiddetta Chiesa di S. Pietro a Cesarano, con tutti gli accessori e pertinenze collaterali, più un contributo di 25 ducati, per il mantenimento della nascitura famiglia religiosa, a condizione che vi realizzasse, il Cenobio (comunità religiosa o monastero), a proprie spese e in non più di quattro anni vi istituisse una Congregazione di Preti Secolari che istruisse gratuitamente la gioventù mugnanese in ogni disciplina e che provvedesse al più completo soddisfacimento dei bisogni spirituali. Tale atto di donazione fu redatto in data 04 settembre 1641, dal Notaio Pietro Paolo di Gennaro da Mugnano; erano presenti D. Domenico Jogoli, Vicario generale del Vescovo di Nola (Mons. Giambattista Lancellotti) e il Parroco D. Tommaso di Gennaro, per la cessione della Chiesetta dei SS. Pietro e Paolo, denominata anche di “San Pietro a Cesarano”, per il Comune di Mugnano del Cardinale – (Universitas), che cedeva alcuni fabbricati e terreni attigui, ed erano presenti gli eletti Ettore Pecchia e Rinaldo di Gennaro.
Padre Trabucco prese immediatamente possesso della Chiesetta e cominciò subito a costruirvi l’eremo, ma i religiosi mendicanti di Taurano e di Avella ricorsero alla Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari in Roma per far invalidare la donazione ed impedire che sorgesse la nuova Congregazione religiosa dei Padri Pii Operai della solitudine di S. Pietro a Cesarano.
Il ricorso, prima fu accolto, ma poi fu fatto prontamente abrogare dal Vescovo.
Il Cenobio così venne ad arricchirsi di testi sacri e classici. Furono istituiti due oratori, uno intitolato alla Congrega dell’Assunta e frequentato da circa duecento persone, un altro a Gesù Bambino, per i fanciulli e i giovani di Mugnano.
5 – Il solo Padre Trabucco morì il 15 gennaio del 1677 e fu sepolto nella cripta della Chiesa di S. Pietro a Cesarano.
Gli successero Padre D. Gennaro Guerriero che nel 1663 curò il 2° restauro della Chiesa, poi Padre D. Tommaso Teodoro Bianco, poi seguì Padre D. Giuseppe Pecchia, poi Padre D. Paolo d’Ippolito, ma chi costituì il maggior vanto del suo rettorato, fu Padre D. Luca di Gennaro, che allora resse per 40 anni perché fu eletto per la prima volta a soli 27 anni nel 1692, il quale ultimò i lavori nel 1700, e l’edificio lo dotò di ottime stanze, per novizi, per i maestri, loggia, ecc.
Entrò a far parte della congregazione nel 1698 un laico napoletano “GIUSEPPE BUONOPANE”, che donò gran parte delle sue proprietà alla medesima congregazione e grazie a tali rendite i padri Missionari riuscirono, non solo ad ampliare il fabbricato ma anche a soccorrere povere popolazioni.
– RICOSTRUZIONE DELLA CHIESA
Nel 1719, fatto trasportare gli uffici e l’Amministrazione de i Sacramenti nella chiesetta dell’ Oratorio dell’Assunzione di Maria, fece demolire l’antica e cadente Chiesa e che dal pericolante campanile venne recuperata la vecchia campana solo pochi istanti che lo stesso rovinasse a terra.
Così fu dato inizio alla costruzione della nuova Chiesa. Questa fu realizzata su disegno dell’arch. Napoletano Antonio Guidetti, (lo stesso che nel 1715, a Napoli realizzò la Chiesa del Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, dedicata a S. Maria Colonna in piazza Gerolomini), completata ed abbellita con bianchi stucchi nel 1722 e solennemente consacrata il 06 luglio 1727, dal Vescovo di Nola mons. Francesco Maria Carafa. (Stile tardo Barocco)
L’opera di costruzione dell’intero edificio proseguì con la sistemazione dei giardini, e dei terreni annessi al fabbricato.

– FINE DELLA DESTINAZIONE A CENOBIO
Il Cenobio di S. Pietro a Cesarano si avviò poi ad una graduale decadenza, infatti, dopo 220 anni di vita benefica ed operosa fu costretto a chiudere le sue porte, quindi il monastero si accingeva a passare al demanio dello stato, giusto art. 15 del regolamento del 22.09.1862, promulgato con Decreto reale del 17.02.1861, di soppressione dei padri Pii Operai.

– GINNASIO DI S. PIETRO A CESARANO
A seguito dello scioglimento del monastero per effetto del citato Decreto del 17.02.1861, fu riscattato dal Comune per l’interessamento del Senatore Giuseppe Rega e del Sindaco Antonio Stingone e quindi la proprietà venne restituita al Comune con Regio Decreto emanato a Firenze il 13.06.1868, con l’obbligo di impiegarlo a scopo d’istruzione.
L’attività didattica, quindi, continuò e l’antico Cenobio diventò Ginnasio.
Successivamente il 02.11.1873, venne intitolato “GINNASIO A. MANZONI”.
– PASSAGGIO ALLA CURIA VESCOVILE DI AVERSA
San Pietro a Cesarano fu ceduta alla mensa Vescovile di Aversa con deliberazione di Consiglio Comune di Mugnano del Cardinale in data 14.06.1969, n° 8; Contraenti: Il Vescovo di Aversa mons. Antonio Cece ed il Sindaco di Mugnano del Cardinale dott. Girolamo Bianco nella qualità di legale rappresentante, al prezzo di £ 10.000.000;
Gli anni tra il 1964 (chiusura dell’Istituto) ed il 1969, (anno dell’alienazione), il maestoso edificio fu spogliato e depredato di tutte le suppellettili, libri, quadri ed altro.
In seguito è stato anche danneggiato dagli eventi sismici del 1980 – 1981.
OGGI SI CHIAMA “CENTRO PASTORALE GIOVANNI PAOLO II”.

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