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Campanile della Parrocchia dal Palazzo Aragonese  Foto di: @marcomemolifoto

Campanile della Parrocchia dal Palazzo Aragonese

Foto di: @marcomemolifoto

Navata unica della chiesa della Madonna del Carmine  Foto di archivio

Navata unica della chiesa della Madonna del Carmine

Foto di archivio

​Facciata della Chiesa  Foto di: @irpiniaroad

Facciata della Chiesa

Foto di: @irpiniaroad

​La chiesa nei primi del '900 Foto di archivio

La chiesa nei primi del '900

Foto di archivio

​Altari sulla destra della chiesa  Foto di archivio

Altari sulla destra della chiesa

Foto di archivio

Parrocchia del

San Liberatore

e la Madonna

del Carmine

O' Cardinal

In altre parti dicemmo che il paesetto Cardinale è a circa un quarto di chilometro lontano da Mugnano, molto meno il tratto di terreno senza fabbricati.

Nel Civile e Religioso forma una cosa sola con Mugnano, stando entrambi sotto un solo Municipio ed una sola Parrocchia con sede in Mugnano, per cui si ritiene il Cardinale un rione di Mugnano.

Questo paesetto, contava circa 900 abitanti, essendo vicinissimo a Mugnano, ha la stessa posizione topografica di esso.

E senza vicoli o strade interne, tutto ben disposto lateralmente alla spaziosa strada nazionale, che da Napoli conduce ad Avellino.

Gli edifici sono di nuova costruzione, non vi si scorge alcuna traccia di antichità, per cui si può ben affermare che questa contrada non ha più di quattrocento anni di esistenza.

Fra tutti gli antichi autori che ci hanno somministrato notizie per questa nostra storia, pochissimi ci narrano di questa contrada con assennata verità.

Il Giustiniani, indispettito per avervi trovato cattivo alloggio in un suo transito, ne parla con disprezzo ed immensa inesattezza..

Il Francione - Vespoli che vi esiste la dogana ed una ferriera, quest'ultima non v'è mai esistita. Da scrittori del secolo volgente sappiamo altri inconcludenti assurdi.

Il P. Giordano lo descrive come luogo famoso, ma non ce ne dice i motivi, ci dice che è posto sulla strada per la quale si va in Puglia da Napoli, che vi sono molte e comode osterie, ciò è verissimo per il passato, infine ci dà la capricciosa notizia che è chiamato Cardinale da "cardine", perché è confine e principio di due Provincie: di Principato Ultra e Terra di Lavoro.

Quanto sia inammissibile quest'origine di denominazione, chiaramente appare, perché questa contrada si trova prima di Mugnano, venendo da Napoli e dopo, scendendo da Avellino; quindi non è né principio, né termine così come si pretende che sia.

Il solo esatto è l'erudito Guadagni, ci narra infatti, che, trovandosi Mugnano eretto in Commenda Verginiana fin dal 1431, la quale Commenda fu goduta da ben sei Cardinali consecutivamente fino al 1511.

Dovendosi questi Cardinali Commendatari fermarsi spesso in Mugnano sia per controllare i gravami imposti dagl'impiegati ai vassalli e per ascoltare le loro lamentele, sia per riposarsi nei transiti che vi facevano per andare ad assistere ai Capitoli Generali di Montevergine, pensarono di edificare una casa decente alla loro alta dignità. Il Cardinale Giacomo d'Aragona, figlio di Re Ferdinando I, quarto investito di questa Commenda, e nel 1466 ne prese possesso, la tenne fino alla morte, avvenuta nel 1485, trovò necessaria l'attuazione del progetto dei suoi predecessori, si decise far costruire nel sito, ameno e ridente del Cardinale, il palazzo aragonese.

Tale luogo, prima di questo tempo, non doveva essere che aperta campagna con qualche casa colonica, perché non si trova in nessuna parte indi-cato, né negli scavi finora fatti per le costruzioni e per i serbatoi d'acqua, si è rinvenuto alcun segno d'antichità. Manca l'epoca precisa dell'inizio e del completamento di tale edificio. Si deve ritenere che sia stato costruito nel-l'arco dei 19 anni, nei quali il Cardinale godè la Commenda, quindi non prima del 1466 e non dopo il 1485.

 

In tale spazio di tempo allora il Cardinale Giacomo d'Aragona fondò, all'inizio del paesello, quel sontuoso e sodissimo edificio in stile di Mona-stero, comunemente chiamato « PROCACCIO ». Per tali ragioni il luogo si cominciò a chiamare « Palazzo del CARDINALE », residenza del Cardinale, finalmente solo « CARDINALE », infine Cardinale di Mugnano (C. Guadagni - Nola Sacra - lib. IV, cap. 10), per distinguerlo dagli altri paesi con nome ' Cardinale '.

Dopo la costruzione di questo edificio, cominciarono a sorgere gli altri, con la Chiesa.

Qui venne collocata una Dogana per riscuotere i ' dazi ' su alcuni generi di merce di transito, non si sa quando, si sa che fu abolita, come tutte le altre, dopo il 1812.

Molte famiglie di forestieri vennero ad abitare al Cardinale come impiegati del ' dazio'. Si legge in un Decreto del 9 giugno 1759, che un tal Nicola Cavaccini dalla Dogana di Maiori venne trasferito a quella del Cardinale in qualità di cassiere. A queste si unirono alcune di Quadrelle e così cominciarono a sorgere i fabbricati e si popolò la contrada, formando un Rione di Mugnano.

Con Mugnano anche il Palazzo del Cardinale e tutto il resto andò in possesso allo Stabilimento dell'Annunziata di Napoli. In segno di dominio vi affisse subito il suo Stemma, ancora visibile nell'angolo occidentale del palazzo.

Nell'interno fece affrescare una parete di un basso con il Mistero del-l'Annunciazione, anche se annerito dal tempo e dal fumo, si ammira ancora.

I Signori di Avella, per esercitare il diritto Baronale, riconoscere i Mugnanesi come propri Vassalli nel giorno della Ascensione, diritto che la Pellegrini si era riservato nella vendita del Feudo allo Scillato, decisero di costruirvi un palazzo. La Duchessa Maria Giovanna Doria del Carretto, di-scendente e collaterale della Pellegrini, attuò il pronetto con una decente abitazione, che servì per trascorrervi la « giornata di dominio » con tutta la corte, squadra ed amici.

Fu edificata quasi al centro della contrada, sulla mano dritta calando da Mugnano, al limite di una piccola largura, che precede la casa Vasta con due prospetti, ad oriente e a mezzogiorno, numero civico 16 e 18, sul Corso Nazionale delle Fughe, constante di piani due e vani trentaquattro. Questo edificio per Notar Nicola Guerriero, residente in Avella, con atto del 18 febbraio 1875, fu comprato dal Sig. Giovanni Fiordellisi fu Vincenzo, nato e domiciliato nel Comune di Quadrelle, dal Principe Signor Giovanni Andrea Doria del Carretto.

Nell'anno 1886 il dì 4 di ottobre, dinanzi al Notaro Dott. Antonio Stingone fu Gabriele, residente nel Comune di Mugnano del Cardinale, provincia del Principato Ultra, con l'ufficio nella casa di propria abitazione, sita in via Fontana N. 15, ed in presenza dei testimoni Sigg. Alfonso d'Apo-lito, fu Francesco, calzolaio, ed Andrea Cuomo di Alessandro, fabbroferraio, ambedue nati e domiciliati nel Comune di Mugnano del Cardinale, si costituirono personalmente « da una parte » il Sig. Giovanni Fiordellisi, fu Vincenzo, proprietario nato e domiciliato nel Comune di Quadrelle.

« E dall'altra » il Signor Carmine Fiordellisi, figlio del detto Giovanni proprietario, nato nel Comune di Quadrelle e domiciliato in Mugnano del Cardinale, col carattere di legittimo rappresentante il figlio in età minorenne, Accolito Giovanni Fiordellisi.

Il costituito Giovanni Fiordellisi dichiarava che: Trovandosi il precitato Accolito Giovanni Fiordellisi, nipote di esso dichiarante, da alquanti anni incamminato per lo stato ecclesiastico, abbisogna per poter ascendere al Sacerdozio del sacro patrimonio, dell'annua rendita di lire 212 e centesimi 50, a senso della tassa di questa Diocesi di Nola.

Or volendo esso signor Giovanni Fiordellisi, secondare tale lodevole vocazione del detto suo nipote, che mira allo scopo di essere annoverato tra i Ministri della Chiesa Cattolica Romana, ed abilitato al suo conseguimento, si è deliberato di fargli donazione dell'anzidetto descritto edifizio e giardino in contrada Cardinale, a titolo di sacro patrimonio, e nel solo e semplice usufrutto, per l'attuazione del che, previa l'adesione del costituito Carmine Fiordellisi, genitore dell'Accolito Giovanni, si è divenuti alla stipula di questo istrumento. (Si ringrazia il Sig. Francesco Fiordellisi fu Gio¬vanni, attuale proprietario, di aver permesso di pubblicare tale notizia ¬1986).

Ricorda ancora qualche nostro anziano la scena ridicola del giorno dell'Ascensione di ogni anno. La Signora Principessa, dopo aver assistito al Di-vin Sacrificio nella Parrocchia dell'Ascensione, usciva e con tutti i suoi armati andava a spalancare le porte delle carceri della comunità, in via Cordarauro, e metteva in libertà tutti i carcerati; poi tra gli spari e le grida dei suoi armigeri, tornava al Cardinale, dove passava la giornata con tutti gli amici nel divertimento. I mugnanesi, dopo l'esperienza del primo anno, non fecero mai più trovare reclusi nelle carceri, ogni anno, per la festività dell'Ascensione, li mandavano nel carcere di Monteforte.

Istituita per tutto il Regno la circolazione delle Regie Poste per favorire il commercio, al Cardinale, come luogo adatto, s'installò « l'Ufficio Postale » per la ricezione e distribuzione delle lettere, e si scelse questo luogo per la « muta » dei cavalli, fino al 1866, perché, grazie al vapore, l'Ufficio Postale, per lo smistamento della corrispondenza, si portò a Nola.

Trovandosi la contrada sulla strada di transito da Napoli per Avellino e per le Puglie e viceversa, le vetture di transito si fermavano per dare riposo ai cavalli e ai viaggiatori.

Cominciarono così a sorgere delle « Osterie », più o meno comode ed ampie.

La prima venne aperta nel Palazzo del Cardinale, in poco tempo di-venne onorata e rinomata per la comodità del vasto locale. Un'altra, molto comoda e rinomata, fu aperta nel Palazzo della Principessa Doria di Avella.

Sino agli ultimi giorni del cessato Regno dei Borboni, tutto il denaro che si esigeva per le tasse sulla proprietà ed altro, ogni giovedì era trasportato con una o due vetture a Napoli attraverso il Cardinale. Le vetture, cariche di denaro provenienti dalle Provincie Superiori, si fermavano a pernottare nella Osteria del Palazzo del Cardinale. Con termine piuttosto barbaro queste vetture venivano chiamate « PROCACCI »; prese questa il nome di « OSTERIA DEL PROCACCIO », che ancora oggi sostituisce il vecchio titolo del « Palazzo del Cardinale ».

Non essendoci più la « muta » dei cavalli, e terminato il transito di tante persone, per il trasloco dell'Ufficio Postale a Nola, anche le Osterie famose finirono. Oggi non è rimasto che il nome di quello che furono, perché non sono più che luride taverne. La prima poi, il Procaccio, è molto danneggiata nel fabbricato. La barbaria seguita al terremoto del 1980, ha fatto il resto.

Si serviva questa popolazione di acqua, tranne pochi proprietari che avevano nell'abitazione propria i serbatoi, da una grandissima cisterna costruita dal Cardinale nel Palazzo, che veniva riempita ogni anno con le acque di Mugnano, molte volte però era insufficiente per le esigenze della popolazione.

Nell'anno 1826, essendo Sindaco D. Mario Bisesti, nativo del Cardinale, fece costruire a spese del Comune l'attuale Fontana, che servì, sia per riempire il grande serbatoio, sia per la pubblica utilità.

Nel 1858 il Comune fece costruire un altro serbatolo profondo e spazioso, con due aperture, nella largura a destra della Chiesa, veniva riempito con le acque del torrente di Quadrelle nella stagione invernale. Fu chiuso definitivamente verso il 1950, quando tutta Mugnano del Cardinale fu provvista dell'impianto idrico dal Consorzio dell'Alto Calore.

LA CHIESA DI SAN LIBERATORE oggi CHIESA MADONNA DEL CARMELO

A circa un terzo dei fabbricati, sorge la Chiesa con la sagrestia, la torre a due campane e l'orologio.

La Chiesa è proporzionata al numero degli abitanti. La precede un corrispondente rialzo, che ne rende maestoso l'ingresso.

Amministra questa Chiesa un Economo Curato, al quale il Comune di Mugnano passa Duc. 60 all'anno, per il suo incomodo e per le spese di Culto. Fino a pochi anni addietro, l'Economo dipendeva in tutto dal Parroco dell'Ascensione di Mugnano. Il Vescovo attuale, Mons. Formisano, l'ha reso indipendente.

I registri più antichi, conservati nell'Archivio Diocesano della Curia Vescovile di Nola, datano dalla soppressione della Parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo, a piè di Mugnano, nel 1749.

Nel 1960 il 16 Luglio Mons. Adolfo BINNI, Vescovo di Nola, la costituiva Parrocchia autonoma definitivamente e vi eleggeva il Sac. D. Elia FERONE, nativo di Sperone, come primo Parroco della « Chiesa Parrocchiale di Maria SS. del Carmine » al Cardinale.

La Chiesa, molto decente e ben fornita di arredi sacri, è dedicata a S. Liberato, Vescovo di Ariano, come è testimoniato dalla speciosa Reliquia dell'intero avambraccio, incastrato e suggellato in un braccio di legno. Come titolare della Chiesa S. Liberato non ha un altare proprio e speciale. La Sta-tua in legno dorato è del sec. XVI, si pensa che sia contemporanea alla costruzione della Chiesa.

Si narra che nel 1820, mentre si portava in processione avvenne una sommossa rivoluzionaria, spaventato il Clero e il popolo, lasciarono tutti il Santo e fuggirono. I portatori della Statua, sia per la fretta, sia per il timore, la fecero cadere e scapparono, si ruppe allora la mano sinistra, che fu rifatta in seguito di cartone.

Nella tradizione che nel contagio pestifero del 1656 il Santo salvò dalla morte chiunque l'invocava con fede ed amore, d'allora in poi il popolo lo onorò del nome di Liberatore dalla peste maligna.

Ha questa Chiesa, oltre all'altare maggiore, altri due laterali, tutti di bei marmi, specie il maggiore, molto ben lavorati.

Un quadro su tela, rappresentante la Vergine del Carmine, alla de¬stra il miracoloso S. Gennaro, alla sinistra l'antico titolare S. Liberato tro¬neggia sull'altare maggiore. Non si conosce niente di questo quadro, ma solo si legge: « Paulus De Maio nel 1764 », si può forse dire che il « De Maio restauravit ».

 

Il ristretto presbiterio viene chiuso da una bella balaustra di marmo. L'altare porta l'iscrizione: « Mario Bisesti fece - 1837 », mentre la balaustra porta: « Marii Bisesti devozione - 1829 » si sa infatti che questi marmi furono comprati dal Marchese di Liveri, che li aveva nella sua Chiesa, a spese del Comune di Mugnano, a cura del Sindaco Mario Bisesti.

Ai lati dell'altare maggiore vi sono le nicchie della Madonna del Car¬mine alla destra, quella di S. Liberato alla sinistra.

Fuori del presbiterio, a mano dritta entrando, vi è un altarino di marmo dedicato all'Arcangelo S. Michele, col seguente distico inciso alla base:

« Donati Michaelis iam struxere Masucci

hanc Michaeli aram, quem horrida regna timent ».

Sopra vi è un quadro, ma di cattivo pennello, che rappresenta la morte del giusto, assistito da Gesù Cristo, dalla Vergine Maria e da S. Michele, con quest'altra breve iscrizione: « ex devotione Michaelis Masucci 1768 »:.

Alla parte opposta e di fronte vi è un altro simile, dedicato al Purga-torio, con quadro assai mediocre, con la Vergine Maria che manda un An¬gelo a sollevare le anime purganti.

Alla base del palliotto è inciso quest'altro distico:

« Afflictis animabus sacrum altare decrevit Bisesti semper vivida forma foret ».

Da questi versi sembra che i nominati avessero a loro spese fatti 01 altari e i quadri, ma consta che questi altarini furono comprati dal Mar¬chese di Liveri nel 1827, tanto più che sono dello stesso marmo e con lo stesso disegno del. maggiore.

Si può da ciò dedurre che al loro posto, in temno antico, vi erano altri due di legno o di fabbrica, fatti a spesa dei devoti Masucci e Bisesti.

Possiede questa Chiesa una bellissima Immagine di Maria SS. del Car-mine, alla quale il popolo porta una grande devozione e ne celebra la fe¬stività la domenica dopo il 16 luglio di ogni anno, con grande pompa e fer¬vore. La Statua non è antica, fu commissionata dal Rev.do D. Vincenzo Lopez, nativo del Cardinale, Padre dei Pii Operai di Napoli, ad uno sta¬tuario suo penitente, il quale si fece pagare solo la spesa del materiale con Due. 36 nel 1817.

Un bel soffitto di tavole copre la travatura. Nel mezzo vi è la Trinità, che incorona la Vergine Maria con S. Gennaro e S. Liberato, dipinto quasi simile a quello dell'altare maggiore. È opera del famoso maestro Muzzillo, come lo attesta l'iscrizione che vi si legge: « Angelus Mn77illo fecit 1766 ». Sopra la porta d'entrata vi è un organo competente e adatto alla Chiesa. La balaustrata del palco è accortamente dipinta dallo stesso Muzzillo. La lunetta di mezzo riproduce l'Ascensione del Signore, forse per dimostrare la dipendenza di questa alla Chiesa Parrocchiale dell'Ascensione. In quelle la-terali è riprodotta la Fede e S. Giovanni, il re Davide con l'arpa e S. Ce¬cilia con l'organo. Il tutto avrebbe bisogno di un buon restauro.

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