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“Per noi l’ottava meraviglia: il Santuario”

È da questa lunga, secolare e, per noi, importante strada che avrei il piacere di iniziare il nostro viaggio. Sapete, sono solito fermarmi per qualche istante ai suoi piedi e ammirarne gli alberi lungo i marciapiedi, le case ricche di vita, di storia. Ogni passo ha, per me, il valore di un ricordo. È proprio ripercorrendone alcuni che mi tornano in mente i racconti di mio nonno sul Santuario, struttura che, con la sua straordinaria maestosità, domina sul paese.


La sua costruzione è in stile barocco; infatti se ad oggi è possibile osservarne le due torri campanarie, è solo perché nei secoli, numerosi sono stati i restauri. L’edificazione risale al XVI secolo circa, quando il Comune di Mugnano decise di avere una chiesa propria, in quanto la Parrocchia dell’Ascensione apparteneva alla Santa Casa dell’Annunziata di Napoli.

Sin da bambino mi hanno sempre colpito le particolari formelle del portone, le quali rievocano la storia del Santuario. Esso fu dedicato alla Madonna delle Grazie. Di quest’ultima in principio vi era un piccolo quadro situato dietro l’altare, poi sostituito con la sontuosa statua in legno, il cui autore resta anonimo, nonostante sia stata più volte attribuita all’artista napoletano Colombo.


È entrando e dirigendoci verso l’altare, sull’abside, che ne possiamo ammirare la dolcezza dello sguardo e la delicatezza del viso. La Vergine siede sul trono, fatto con colonne allesene e capitelli corinzi di marmo – Ah quelle lezioni d’arte! – .

Alla destra dell’altare troviamo una piccola nicchia contenente la statua di Santa Filomena al di sotto della quale vi è il reliquiario dei martiri, al cui centro vi era un crocifisso in avorio, poi rubato e sostituito con una croce.

Alzando gli occhi, possiamo ammirare la grande cupola seicentesca.


Non riesco a distogliere lo sguardo dal soffitto, perché a rapirmi è la meravigliosa opera d’arte: il Cassettonato, che con i suoi 250 metri quadri ricopre l’intera area della navata. Sfogliando il “ Diario delle visite illustri del Santuario “ ho scoperto che esso risale al XVII secolo. È costituito da nove cassettoni centrali; il primo riquadro raffigura la Madonna dormiente la quale prende il nome “la Dormitio” mentre l’ultimo riquadro “l’Incoronata”. Guardando dall’altare è raffigurata la Dormitio, poi l’assunzione di Maria ed infine la gloria di Maria. Tra i medaglioni è raffigurata l’Immacolata concezione; i sei medaglioni laterali rappresentano i momenti più importanti della vita della Madonna. È un cassettone di alto livello artistico ma di autore anonimo. Ad esso furono aggiunti elementi dello stile roccocò, dall’artista De Pascalis; prima di lui furono aggiunti elementi floreali tra i medaglioni.


Ai miei occhi però, non c’è spettacolo più grande dell’abbagliante luce proveniente dalla cappella sul lato sinistro della navata, nella quale è custodito il corpo della nostra amata Santa Filomena. È raffigurata dormiente come il pastore dormiente del presepe, Benino; il cui significato è quello dell’infinito.Sul lato opposto vi è la statua di Sant’Antonio; è qui che ricordo gli occhi pieni di orgoglio di mio nonno quando mi raccontava del perché fosse ritenuto il santo dei poveri. Pare infatti che il 13 giugno, in Piazza Umberto I, veniva organizzava la tavola dei poveri per aiutare i più bisognosi. Prima di uscire dal Santuario mi fermo ad osservare le sue meraviglie, mi inchino un’ultima volta all’immagine della Madonna, ai suoi colori e ai suoi occhi che trasmettono tanto amore.

È la Madonna alla quale il mio piccolo paesino si rivolge in ogni momento ed è a lei che è dedicata una delle tradizioni più belle ed emozionanti, che ogni volta mi lascia a bocca aperta e con il cuore colmo di amore. Dopo diversi anni la sua statua è stata restaurata ed è in quel momento che è stato scoperto un misterioso cassetto. Ma cosa nascondeva? E quanto la Madonna è cambiata dopo il restauro?


Autore: @forumgiovanimugnanodelcard



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