Nocciola avellana
Nucell
Quando, lo scienziato Linneo s’impegna nel suo lavoro di classificazione botanica, nel 1753, s’imbatte in una cospicua documentazione storiografica e letteraria a supporto di questa scelta. Macrobio nei Saturnalia, scriveva così: “Nux haec Abellana, quae est eadem, ex arbore est quae dicitur corylus, de qua Virgilius dicit: Corylum sere” (È questa la noce avellana, proprio quella raccolta dall’albero cosiddetto corylus, chiamato così anche da Virgilio nelle Georgiche).
Nella seconda metà del 900’ nel territorio Avellano si decide per la coltivazione intensiva di questo frutto, caratterizzandosi, in questo modo, per una tendenziale monocoltura.
La provincia di Avellino, in cui ricade Avella, è la seconda provincia d’Italia per produzione di nocciole. Insieme ad Avella, sono ottimi produttori tutti i paesi nell’area della Bassa Irpinia: gli altri Comuni della Valle del Clanio, Baiano, Sperone, Sirignano, Mugnano del Cardinale e Quadrelle, poi Monteforte Irpino, Mercogliano, Ospedaletto d’Alpinolo, Summonte, Forino, Altavilla Irpina e la stessa Avellino.
La cultivar prevalente, selezionata per le sue ottime caratteristiche organolettiche, è la Mortarella, dal latino “mortarium”, la ciotola usata per schiacciare e macinare sostanze con l’ausilio di un pestello. Questa cultivar è particolarmente adatta alla trasformazione per paste e creme spalmabili, molto utilizzata dall’Industria dolciaria.
Altre cultivar presenti sono: la Camponica, la S.Giovanni, la Riccia di Talanico, ecc. La “Nocciola di Avella” è oggi un’eccellenza ampiamente riconosciuta nel mondo dell’Industria dolciaria, della Pasticceria e degli operatori del mercato in genere.
Il Comune di Avella, insieme agli operatori della filiera, ha avviato un percorso di valorizzazione, per far si che il nome di questo prestigioso prodotto sia sempre più riconosciuto ed apprezzato attraverso l’istituzione della De.C.O.
La cultivar di nocciola Mortarella
Foto di: @sodanogroup