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Immagine del redattoreLo Staff

“La storia che nascondono i monti”

Il cinguettio degli uccelli e l’azzurro del cielo, fanno da sfondo a questa mia piacevole passeggiata nel verde. Credo non ci sia nulla di più meraviglioso dei colori della natura e dei segreti che si celano in essa. Mi piace spesso pensare a quanta storia si nasconde tra i sentieri dei nostri monti e a proposito di questo, non posso che pensare al Cenobio di San Pietro a Cesarano, che sorge sull’altura del Morricone, ad occidente del Partenio. Ne scorgo i cancelli aperti e ciò mi permette di accedere ai suoi giardini nei quali ho la fortuna di incontrare colui che custodisce la struttura.


Percependo la mia curiosità, l’uomo inizia gentilmente a raccontarmi della storia del Cenobio di San Pietro a Cesarano che sorge insieme alla chiesa più antica dei Santi Pietro e Paolo. Ci informa che tutto ciò che oggi ci è possibile vedere, è frutto del recente restauro e che la struttura fu eretta al di sopra di una Villa Cesarana, particolare che emerse a seguito del restauro che vi fu nel 1690. Grande importanza e prestigio caratterizzarono la Villa per lunghi anni, ma conobbe l’inevitabile declino, così come l’Impero che l’aveva costruita.


LA CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO Fiero del patrimonio che custodisce, l’uomo aggiunge che la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, risale al 545 d.C. ma che fu distrutta e poi ricostruita, giungendo alla consacrazione solo nel 1182. Fu sicuramente grazie all’operato di uomini religiosi che il Cenobio conobbe i suoi anni di pieno splendore; la struttura venne ampliata e si arricchì di testi sacri e classici, oltre che di due oratori. Negli anni ha assunto diverse funzioni fino a quando poi, nel 1969, vennero sottratti all’edificio libri, quadri, lampadari e mobili. Ad oggi la struttura non è stata completamente abbandonata ma anzi, è adibita per il ritiro spirituale e viene utilizzata come punto di riferimento per i convegni culturali. Concluso il suo racconto circa la storia di questo posto, il custode mi invita a visitarne gli interni.


Mi indica l’entrata principale che da accesso alla chiesa, entro ed inevitabilmente mi pervade una sensazione di pace. Il mio sguardo si perde un po’ ovunque, specie sul mosaico con lo stemma papale che decora il pavimento.

Mi soffermo anche sull’altare maggiore, dietro al quale si trova, graffiata nel marmo, la data di costruzione della chiesa stessa. Mi affascina come tali reperti storici possano restare quasi immutati nel tempo, fornendoci un’impronta di quelle che sono state le origini della nostra terra e di tutto ciò che l’ha abitata. Alzando lo sguardo sembra quasi dominare il crocifisso ligneo, il quale oggi sostituisce un vecchio quadro.


Prima di andarmene, visito la sagrestia ed il suo soffitto decorato con meravigliosi affreschi, dai tratti quasi realistici. Devo dire che, anche qui, non mancano dicerie, seppur si tratti di un luogo religioso; pare infatti che, in una di queste pareti, molti vedano il volto di Lucifero. Restano pur sempre voci, ma non nego che mi destano una certa inquietudine.


L’arrivo di un messaggio mi fa tornare alla realtà; ho in programma una notte in tenda, all’insegna dell’avventura e gli amici si chiedono dove io sia finito. La verità è che non è possibile non perdersi a guardare l’orizzonte e il tramonto che illumina la valle di Mugnano. Ad ogni modo mi incammino, ma il mio viaggio con voi non è certo terminato, ci sono altre meraviglie da scoprire.


Autore: @forumgiovanimugnanodelcard



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