Guardo il giardino di casa mia dalla finestra, osservo il vento che soffia via dai rami anche le ultime foglie e la pioggia che batte sui vetri, ed intanto, come credo che tutti almeno una volta abbiam fatto, mi concentro a seguire le gocce che sembrano rincorrersi.
È istintivo il mio desiderio di scendere in cantina e tirare fuori gli scatoloni delle decorazioni di Natale, credo non ci sia momento migliore per addobbare casa. Le luci sull’albero mi portano indietro con i ricordi, con precisione ad una delle tradizioni del mio paese; l’accensione dell’albero in piazza la sera dell’8 dicembre.
Ogni anno, a conclusione della celebrazione eucaristica, ci si riunisce in piazza dove, a seguito del conto alla rovescia, l’albero si illumina. Il momento è da sempre seguito da cioccolata calda e pandoro, per la gioia dei più piccoli che, con la loro risata, rallegrano ancor di più la serata.
Anche la tradizione religiosa vede le sue usanze, mantenute negli anni, come il “Fucarone di Santa Lucia” il 13 dicembre.
Alle prime luci del mattino, verso le 6:00, conclusa la liturgia in onore dei santi Lucia ed Aniello, le statue degli stessi vengono poste in piazza dove i numerosi partecipanti si riuniscono intorno al grande fuoco; questo rappresenta il martirio di Santa Lucia, protettrice degli occhi, la quale, a seguito di molte torture dalle quali uscì sempre salva, fu arsa viva.
Mi è impossibile spiegarvi a pieno il momento, però provate a chiudere gli occhi ed immaginate il calore del fuoco che vi scalda dalla fredda aria di prima mattina mentre siete avvolti dal silenzio, interrotto di tanto in tanto dallo scoppiettare del fuoco; bene, è proprio così, o almeno, personalmente, mi ha sempre suscitato tranquillità e pace, misti all’emozione dell’evento suggestivo.
A conclusione, vengono distribuite le “pupatelle”, fichi secchi benedetti inseriti all’interno di bastoncini di legno posti a croce.
È la notte di Natale, poi, che vede di nuovo protagonista il fuoco. Conclusa la tradizionale messa notturna, il rettore del Santuario porta Gesù Bambino in processione per un piccolo tratto di strada fino a ritornare in piazza dove intanto il fuoco illumina i volti di tutti coloro che lo circondano.
Le fiamme sono alimentate dai presenti con dei ceppi che simbolicamente rappresentano un desiderio, dunque facile intuire perché prende il nome di “ceppo dei desideri”.
Non nego che ogni volta prenderne parte mi provoca un mix di emozioni, legate ceramente ai desideri che preservo nel cuore. Sembrerà strano ma l’atmosfera che la calda luce genera, rende la notte ancora più speciale.
Queste tradizioni si aggiungono alla lista delle cose da rimandare al prossimo anno ma guardo al futuro con sguardo pieno di speranza, ed invito voi a fare lo stesso.
Intanto ho terminato la decorazione del mio albero, punto la stella in alto ed un sorriso mi compare spontaneo sulle labbra; torneranno le feste, gli abbracci ed i sorrisi veri, ciò che conta ora però è non lasciarsi sfuggire la magia del Natale…
Autore: @forumgiovanimugnanodelcard
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