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“L’altra metà di Mugnano: O Cardinal”

A dominare la zona Cardinale sono di certo la piccola chiesa con la sua torre a due campane e le scale che conducono al suo ingresso; quest’ultime solitamente fungono da ritrovo per i giovani e mi è dunque impossibile non ripensare alle calde sere d’estate passate qui con i miei amici, a scherzare e gustare una bibita fresca, immerso nella più totale spensieratezza. All’interno della chiesa sono custodite le reliquie di San Liberatore.


Secondo la tradizione, nel 1656, periodo della peste, il Santo liberò dalla morte chiunque lo invocasse con fede ed amore e d’allora in poi il popolo lo onorò con il nome di Liberatore. La statua che lo rappresenta, è posta sul lato destro dell’altare, ed è proprio nell’avambraccio, seppur separato dal resto del corpo, che sono custodite le reliquie. Al di sopra dell’altare, circondata da quattro piccole colonne, domina l’immagine di Maria SS. Del Monte Carmelo, è da questo infatti che si è soliti far riferimento alla struttura, anche con il suo nome.


La Vergine, minuta e tenera, è seduta su di una nuvola, con in grembo il Bambin Gesù e ai piedi due angioletti. Il popolo la affianca amorevolmente all’immagine della Madonna delle Grazie e credo che ciò sia dovuto alla dolcezza che entrambe le figure lasciano trasparire dallo sguardo materno. La chiesa presenta anche due altari minori, uno alla destra e l’altro alla sinistra della navata. Uscendo della chiesa, mi attraggono le opere che la decorano.

Una volta fuori mi dirigo verso il Caffè Aragonese, dove avevo appuntamento mezz’ora fa con degli amici che, come sempre, sono in ritardo.


Oggi questa struttura si presenta come un Bar, ma tampo fa aveva tutt’altra funzione. A commissionarne la costruzione furono il Cardinale che governava Mugnano e Giovanni D’Avanzo, figlio del re Ferdinando D’Aragona, tra il 1466 e il 1485. Il palazzo, in seguito, venne trasformato in una grande foresteria chiamato “il Procaccia”, adibito per i pellegrini che si recavano al Santuario di Montevergine. Nel tempo divenne poi un deposito di carbone, in seguito fu utilizzato come sala cinematografica ed anche come ufficio postale. Nonostante i diversi utilizzi, ancor oggi mantiene l’architettura dell’500.

Mi siedo ad uno dei tavolini e rifletto su quanto il tempo possa far mutare ciò che ci circonda. Eppure forse una cosa che non ha subito metamorfosi c’è e a ricordarmelo è l’arrivo dei miei amici, con i quali ormai da dieci anni, passo l’estate ad organizzare quella che, ammetto, ed una delle mie feste preferite…


Autore: @forumgiovanimugnanodelcard



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