Come se brillasse di luce propria, la Santina che quasi sembra sorridere all’interno della sua cappella, affascina sempre di più il mio cuore. La contemplo ed inevitabilmente risuona nella mia testa, ancora una volta, la tenera voce di mio nonno che, emozionato, mi parlava della sua spettacolare storia e di come le sue reliquie siano giunte nel Santuario. Ora, proprio come da bambino, mi sembra di percepire il tocco caldo della sua mano che, percorrendo la navata del Santurio, mi conduceva verso la stanza dei martiri.
È qui infatti che, mediante sette rappresentazioni in legno, sono riassunti i momenti più importanti della vita di Santa Filomena. Ripercorrendoli posso dirvi che nacque in Grecia dove restò fino all’età di tredici anni, quando, con i genitori, venne convocata alla corte dell’imperatore romano che, colpito dalla sua bellezza, la chiese in sposa. Filomena rifiutò, dato il voto di verginità fatto a Dio. Tale rifiuto irritò fortemente l’imperatore che le inflisse diversi martiri dai quali uscì sempre illesa, tanto da spingere l’uomo a decapitarla. Nelle parole di mio nonno sentivo il fascino che lui stesso provava, non solo in riferimento alla storia della Santa ma anche pensando che oggi è possibile essere a conoscenza di essa grazie alla visione che ebbe Suor Maria Luisa di Gesù, mistica dell’ottocento particolarmente devota a Santa Filomena. Lascio questa stanza che ha, per me, anche un valore affettivo importante e ritorno all’ingresso del Santurio.
LA STORIA Prima di uscire mi fermo dinanzi alla tomba di Don Francesco de Lucia, al quale si deve la presenza delle reliquie ossee all’interno del Santuario. Egli custodiva il sogno di accogliere il corpo di un Santo all’interno del suo oratorio. Era l’anno 1805 quando, in occasione della consacrazione epicopale di Mons. De Cesare, gli si presentò l’opportunità di realizzare questo suo profondo desiderio. I due si recarono a Roma e, proprio grazie alla mediazione di De Cesare, De Lucia ottenne il corpo della piccola martire.
Furono tanti i miracoli durante il viaggio di ritorno e quello che per noi mugnanesi è divenuto significativo, riguarda Cimitile. Accadde infatti che il corpo della Santa divenne molto pesante, probabilmente in segno di saluto per i martiri lì sepolti.
I BATTENTI
Devo confessarvi che mi emoziona pensare che è stato da un tale suggestivo evento che oggi Cimitile è il luogo da cui, la seconda domenica di agosto, centinaia di mugnanesi, con immenso amore per Santa Filomena, iniziano il cammino fino al Santuario, a piedi nudi, vestiti di bianco e coperti da una fascia rossa, colori che simboleggiano la purezza e il martirio della Santa.
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Personalmente è indescrivibile l’emozione che mi avvolge sin dalle prime luci del mattino, fino al momento in cui, inginocchiati, udiamo le parole che danno inizio ai Battenti e che ne sono ormai divenuti il simbolo: “a’nnom e Santa Filomena… viv o’muort… tutti a Mugnano”. Anche in questa occasione il caldo soffocante del mese di agosto non frena gli animi devoti di tutti noi che con fede percorriamo la lunga strada fino ai gradini del Santuario e da qui, inginocchiati giungiamo fino all’altare della Santa.
IL CORPO
Ecco, è anche in quel momento che i miei occhi vengono rapiti da quella piccola lampada ad olio, proprio come mi sta succedendo ora. Mi sembra di vederla qui con gli occhi pieni di speranza e di amore, quella donna abbracciata alla sua amata figliola resa cieca dal vaiolo. Senza conoscere il senso di quel gesto che stava per compiere, con viva fede, applicò l’olio sugli occhi della figlia che all’istante recuperò la vista. Mi desta sempre una sorta di fatica allontanarmi dal suo misericordioso altare. La guardo e mi inginocchio ai suoi piedi prima di lasciare il Santuario. Pervaso dai tanti ricordi che mi hanno riportato all’immagine di mio nonno, faccio nuovamente una delle cose che ero solito fare con lui: mi reco al bar della piazza di lato e mi siedo ad uno dei tavoli fuori.
IL MAIO Se ci penso era proprio qui che insieme attendevamo l’arrivo del Maio, un’altra antica tradizione che ci lega a Santa Filomena, nel giorno della sua nascita, il 10 gennaio. Gruppi di ragazzi sfilano tirando con una corda lunghi tronchi d’albero per la strada principale del paese fino a piazza Umberto I, dove si conclude con lo spettacolo di fuochi pirotecnici. Beh, devo ammettere che parlando di tutto ciò una scia di commozione mi attraversa gli occhi che un po’ si inumidiscono. D’istinto mi allontano dalla piazza e mi incammino verso casa di mio nonno, culla dei miei più bei ricordi e di quei lunghi racconti seduti ad un vecchio tavolo a degustare il nostro prodotto tipico…
Autore: @forumgiovanimugnanodelcard
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