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Chiesa della Madonna di Montevergine

Sott' o' suppuort

Nel vicolo, che dalla strada Cordarauro mette in quella del Vallone, vi è la terza Cappella del paese, dedicata alla Madre di Dio sotto il titolo di Madonna di Montevergine.

Pur non essendoci notizie storiche certe, come le altre due antecedenti, abbiamo però indizi tali da poter formare la nostra opinione quasi certa. Non può essere molto antica quanto le altre, perché l'accurato Guadagni non l'ha menzionata e perciò da ritenersi inesistente alla fine del sec. XVII, cioè quando il dotto scrittore illustrava tutta la nostra Diocesi. Altra ragione poi ci dice che questa cappella si è distinta dalle altre per l'aggiunta di « NUOVO della famiglia Di Lucia, che cioè un suo antenato D. Alessandro Di Lucia, tre. Prende poi carattere di verità la tradizione che ci narra l'ultimo erede VA », comunemente infatti ancora oggi si dice « CHIESA NUOVA », nome che denota certamente la posteriorità della fondazione in confronto delle al-Parroco del paese, nel 1715 donò al Comune il suolo dell'attuale cappella, dove vi erano delle dirute fabbriche di sua proprietà, come oggi ancora ve ne sono alle spalle di detta Chiesetta di proprietà di quella famiglia, con l'obbligo di edificarvi una cappella per comodo della popolazione in quei contigui quartieri del paese.

Confermano poi tutte le antecedenti probabilità il millesimo scritto alla parte destra dell'arco maggiore « 1787 », dove stava dipinta in affresco la Sacra Annunciazione di Maria SS.ma e sotto il nome del pittore, cancellato dall'umidità, ed ora che scriviamo, imbiancata la Chiesa, han fatto sparire questa memoria, con la quale si poteva determinare, ;n certo modo, la fondazione della Chiesetta.

La Comunità, ossia il Municipio, ve la edificò come ancora oggi si vede, col soffitto a travatura, alta competentemente, con tre finestroni, che la rendono molto luminosa. t lunga in tutto 50 palmi e larga 22 palmi, con piccolo presbiterio circondato da balaustra di ferro fuso, fatta dal Comune nel 1858.

Ha un solo altare di prospetto all'entrata, che è a mezzogiorno; quest'al-tare, in origine era di legno, nel 1863 fu fatto di marmo dal Monte della Misericordia di Napoli. La cona dell'altare, in forma ellittica, contiene un quadro, alto palmi 9,3/4 e largo 6; rappresenta la Vergine Benedetta seduta col Divin Pargolo, assistita da Angeli, come si venera nel quadro tanto ce-lebre di Montevergine, da questo il titolo di « CHIESA DI MONTEVER-GINE ».

A destra della Vergine vi è S. Gennaro, con i suoi sacri paludamenti, alla sinistra S. Guglielmo da Vercelli, fondatore dell'antico e rinomato Monastero di Montevergine; ma la esecuzione e la composizione del quadro è assai corrente e dozzinale.

Si conserva in questa cappella una statua a mezzo busto di S. Guglielmo, molto maltrattata e rosa dal tempo, infatti è di cartapesta, fatta proprio per questa cappella.

Vi si conserva ancora una seconda statua, a mezzo busto, in dimensioni naturali, di legno, del glorioso Pontefice S. Silvestro, antica e bella ne è la scultura, con esatte proporzioni, molto naturale, trasportata qui dopo la distruzione della sua cappella, come appresso diremo.

 

Si celebra ogni mattina una sola messa in questa cappella, per una cappellania lasciata dal nostro egregio ed illustre concittadino Marchese D. Fabrizio Ippolito, essa era vicino alla sua casa, quella che oggi è di proprietà ed è abitata dalla Famiglia Speltra.

Il Cappellano vi viene nominato dagli Amministratori del Monte della Misericordia di Napoli, il quale fornisce i sacri arredi, perché amministra tutti i beni del pio Marchese, come diremo. Sull'Altare, rinnovato e ammodernato secondo le Norme Liturgiche del Concilio Vaticano II, nel Novembre 1984, si venerava l'antica Immagine, già descritta. Opera di chi? Non si sa.

Intanto logorato e mal ridotto dal tempo e dai chiodi di chi contribuì a ridurlo in tali pessime condizioni, il quadro esigeva un profondo restauro. Con fondi ricavati da festeggiamenti si affidò il quadro al valente Maestro Nicola Gaglione di Avella per eseguire il Restauro. Sotto le sue esperte mani avvenne il « miracolo », prima due Angeli, poi la fronte, gli occhi, finalmente il viso completo di un'altra immagine, il viso di un Bambino sulle ginocchia della « NUOVA MADONNA ». Un piccolo quadro nel grande quadro ri-pulito. A sostenere il piccolo quadro un Angelo svolazzante sul paesaggio di Mugnano dei secoli passati. In un mirabile chiaroscuro troneggia il frontale della Parrocchia, della Chiesa di S. Maria delle Grazie, il famoso campanile, alto ben 58 metri dal suolo, culminante nella cuspide con palla, banderuola, Croce di bronzo dorato: « il Palladio sacro della comunità mugnanese, rilucente ai fulgidi tramonti campani, e che salutava il viandante sino ai più lontani limiti della vallata ».

Il dì 8 Dicembre 1985, il Parroco dell'Ascensione D. Giovanni PICA-R IELLO, collaborato dai Sigg. Vario Umberto, Mugnano Pasquale, D'Apo-lito Francesco, Festa Pasquale, sfidando l'ostinata opposizione di alcune famiglie, nostalgiche della vecchia immagine e non ben disposte ad accettare la nuova, in processione dal Rione Cardinale, porta sulla Piazza Umberto I il quadro e sul sacrato del Santuario di S. Filomena, celebra la S. Messa e benedice la Nuova Immagine della Vergine, tra la commozione e le acclamazioni di tutti i fedeli intervenuti.

In solenne processione l'immagine di Maria SS. di Montevergine ritorna nella « Chiesa Nuova », per essere la Madre, come sempre, che esaudisce, consola e conforta tutti.

Per soddisfare il desiderio di tutti gli scontenti, si decide di esporre in Chiesa la tradizionale immagine della Madonna di Montevergine, opera del Maestro Nicola Gaglione.

Il dì 2 marzo 1986, con l'intervento di tutte le Autorità cittadine, il Comitato della « Chiesa Nuova », S. E. A. Tommaso GUBITOSA, Abate di Montevergine, benedice solennemente nella Chiesa Parrocchiale dell'Ascensione, l'Effige preparata per perpetuare nei secoli futuri il nome di Maria SS. di Montevergine alla Chiesa Nuova, sita in via Marchese Ippolito.

La prima sorge all'estremità orientale, dedicata a San Michele Arcangelo, la cui erezione crediamo dover risalire al di là del 1600. Il Guadagni, con insolito silenzio, nota soltanto l'esistenza di essa, avente un soffitto a volta, con proporzionata cupoletta e governata da due deputati della giurisdizione '.

Non avendo potuto trovare altri cenni scritti o tramandati oralmente, conviene arrestarci e limitarci a descriverla, così come la vediamo oggi.

Alquanto fuori dell'abitato, non più oggi 1987, perché al centro di un nuovo rione, ha il prospetto a mezzogiorno, con entrata su pubblica via campestre; ad occidente fiancheggiata da un torrente, che spesso ingrossa minacciando; a settentrione e ad oriente addossata a terreni coltivati, che la rendono umida.

Sebbene piccola (64 X 44 palmi), è la sola chiesa, di queste parti, che abbia tre navate, con archi e pilastri di fabbrica. Ha un proporzionato presbiterio, alquanto rilevato dal resto del pavimento; un solo altare sotto la cupoletta, in origine era di legno, il Sac. D. Andrea Barbati, ex Padre di S. Pietro a Cesarano, lo rifece di marmo a sue spese nel 1866, giusta la de-scrizione che si legge sui gradini.

In una nicchia, dietro al detto altare, vi è un'antica statua in legno di S. Michele (rubata nel 1982), sulla porta d'entrata c'è un palco con un piccolo organo, fattovi costruire dagli Economi della festa nel 1858. Il lodato Sac. Barbati testè vi faceva restaurare la statua e tutta la Cappella.

Sotto il pavimento vi è un'ampia sepoltura, dove si vuole fossero stati seppelliti i cadaveri delle vittime della grande carestia del 1600, flagello se-guito alla Deste del 1530, che avendo colmate le sepolture della Chiesa Par-rocchiale, furono tumulate in questa seconda strage in questa chiesa, per cui il popolo. in memoria di ciò, nel novembre di ogni anno vi celebra il Nove-natio del Purgatorio con grande devozione.

C'è una Cappellania giornaliera.

Il fondatore di questo Santuario fu Francesco De Lucia, un umile prete nato a Mugnano del Cardinale, da un barbiere, nel 1772. Dopo l’ascensione al sacerdozio nel 1796 insegnò Lettere e Filosofia prima nella Casa D’Illiceto, poi in Napoli. Nel 1805 si recò a Roma per accompagnare Mons. Bartolomeo De Cesare, vescovo di Potenza. In quest’occasione grazie al Monsignore ottenne dal Pontefice un sacro corpo, con un’ampollina contenente del sangue, che egli credette essere della Vergine e Martire Filumena. Questo perché nel loculo furono ritrovate tre tavolette laterizie sulle quali si leggevano le seguenti parole: LUMENA | PAX TE| CVM FI, con i simboli del giglio, della palma e dell’ancora, tavolette che poi furono cedute nell’11 luglio 1827 al rettore De Lucia per mezzo di Papa Leone XII.

In possesso di tale tesoro De Lucia tornò con esso a Napoli, dove fece rivestire le sacre ossa con il simulacro di una fanciulla e con delle vesti donate da una Signora Angelarosa Torres. Tornato a Mugnano, il parroco D. Antonio Ippolito voleva tale reliquia nella chiesa parrocchiale, ma De Lucia preferì consegnarlo alla chiesa delle Grazie, dove non fu più rimossa. Poco dopo lo donò con atto pubblico al Comune, per avere in cambio la nomina di Custode, e poi anche quella di Rettore a vita di tale Chiesa, di patronato comunale. Da quel giorno il culto di S. Filomena si diffuse in tutta Italia, e dall'Italia in tutto il mondo.

 

Tale edificio religioso, meta di continui pellegrinaggi, venne costruito nel 1641 per custodire le reliquie della Santa. La facciata del Santurario, davvero splendida, presenta una cupola con una piccola torre cilindrica ed è corredata da due torri quadrate gemelle che superano la citata torretta cilindrica. Molto bello è il portale in bronzo mostrato dall'immagine sulla destra. All'interno della struttura sono custodite diverse opere d'arte.

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Facciata alta da sotto il "support"

Foto di: @prolocomugnanodelcardinale

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Via Marchese Ippolito con la chiesa sulla destra

Foto di: @prolocomugnanodelcardinale

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