Battenti di Santa Filomena
Vattient'
Nella seconda domenica di agosto si festeggia il rito dei Battenti in onore a Santa Filomena a Mugnano del Cardinale con la partecipazione di tutti i devoti. Questo uno dei tratti storici sull’origine del culto mugnanese.
Il “capo paranza” al suon della trombetta, dirige ed organizza la marcia secondo un rituale che presenta solo poche varianti –
Il capo paranza dei Battenti di Mugnano, al suon della cornetta e dal luogo di partenza pronuncia:
“A’ NNOM E SANTA FILOMENA…
VIVI O’ MUORT… TUTTI A MUGNANO!”
Il Battente di Santa Filomena vestito di bianco si distingue da una fascia rossa che scende dalla spalla sinistra e si annoda, avvolgendo la vite, al fianco destro. La fascia rossa ricamata e sfavillante, mostra i simboli del martirio: la palma, l’ancora, il giglio e una PX.
Il Battente ha forza aggregativa e associante simboleggiata da una bandiera (il Pennone) che ricorda un passato di fede e di speranza e indica la strada della religiosità comunitaria e solidale.
Ogni devoto rigorosamente batte a ritmo i piedi in modo da essere sempre in movimento anche se non si sposta dalla sua posizione . Nel suo comportamento, così analizzano gli studiosi, c’è una componente di cultura contadina. Tutti la considerano come il “Fuiente” colui che non si abbandona alla rassegnazione e va in contro alla speranza.
Pausa durante la marcia dei Battenti
Foto di: @annalyciajoy
Preghiera durante la marcia
Foto di: @viewnotes
Cimitile (Na) sede delle catacombe che simboleggiano il martirio della cristianità, fu scelta come luogo di partenza, nel 1934, per un voto fatto dal battente in stato di necessità, che lo porta a piedi a percorrere chilometri che lo separano dal Santuario alternando tratti di strada correndo altri camminando senza mai fermarsi. Spesso un bambino cavalcioni sulle spalle del padre o tra le braccia della madre se lattante. Situazioni di disagio indicibile. E’ quello che arriva solo finché le forze lo reggeranno e renderà omaggio a Santa Filomena per dire un grazie e lasciare l’ex voto di un anonimo che ha goduto momenti di felicità. Più spesso, però, quel cruente pellegrinaggio si concluderà in una lacrimevole preghiera, ultima àncora che precede la disperazione. Lungo il cammino programmato, una folla di paesani si impone per ricercare il complesso fenomeno rituale.
Il Battente ha il potere aggregante e si costituisce in gruppo. Ogni gruppo si costituisce essenzialmente da un numero imprecisato di persone: bambini/e, donne e uomini.
I dirigenti occupano gli ultimi posti del corteo e fanno mostra del segno distintivo dell’Associazione: lo stendardo, la bandiera ricca di cordoni colorati con fiocchi è retto da altrettanti ragazzi/e. Alcuni gruppi organizzano, in carta pesta o di materiali vari, immagini di S. Filomena, oppure un baldacchino detto “o tusell”. Una colorata approvazione del popolo si manifestava al suo passaggio. Un lungo pellegrinaggio e una sequenza teatrante e coreografica che nel tempo ha accentuato elementi riconducibili a rapporti sociali più che religiosi. Da ricerche effettuate la tradizione del battente trova le sue radici nelle forme più esasperate del misticismo medioevale. Già nelle regole di S. Benedetto era previsto la mortificazione della carne come mezzo di espiazione dei peccati o, più in generale come manifestazione di ardente amore verso Gesù Crocifisso.
Questa forma di culto, nell’Italia meridionale, si diffuse soprattutto in Calabria, Sicilia e Campania, dove persiste tutt’ora con nome di Compagnia di Battuti o Battenti.
In una delle forme più originali le processioni dei Battenti si svolgevano durante la settimana Santa; esse però, nel tempo sono state associate al culto dei Patroni o più in generale a particolari devozioni.
Per quanto concerne il territorio avellinese, più specificatamente, le manifestazioni più note sono quelle nostre i “BATTENTI DI SANTA FILOMENA” a Mugnano del C. il 10 agosto e quella dei “BATTENTI DI S. PELLEGRINO” di Altavilla Irpino il 24 agosto.
Queste manifestazioni hanno in comune diversi elementi: Il costume, la marcia.
Nicchia del Santuario
Foto di: @viewnotes
Giubilo durante la fase finale della festa
Foto di: @associazionearia
Pellegrini nella metà degli anni '50
Foto di: @cordarte